martedì 21 giugno 2011

Disinformazione: quando i giornalisti puntano sul sensazionalismo (o non sanno proprio fare il loro mestiere).

Il Fatto Quotidiano se esce con un articolo, a firma di Adele Lapertosa, che già dal titolo è tutto un programma:

"Sclerosi multipla, in Italia la cura c’è, ma non per tutti".

Si suppone che una giornalista sappia la differenza tra "cura" e "trattamento farmacologico": la prima implica una guarigione, il secondo non necessariamente porta lo stesso risultato. I farmaci di cui parla nell'articolo rientrano nel secondo caso: tra l'altro, sono farmaci in uso da anni in tutt'Italia, con il SSN, e che non vengono dati a tutti i malati di SM per un piccolo, semplice motivo... non sono acqua fresca. Non si danno "al primo malato di sclerosi che passa", bisogna valutare il grado della malattia (che come ben sappiamo è estremamente variabile da malato a malato) ed il grado di pericolosità del farmaco: ritirato temporaneamente dalla sperimentazione in Italia nel 2005 dopo che 3 pazienti hanno sviluppato la Leucoencefalopatia Multifocale Progressiva, una grave infezione virale al cervello (la  PML ha colpito più di un centinaio di persone trattate con quel tipo di farmaco in tutto il mondo, non ha cura, è difficilmente distinguibile dalla SM come placche e sintomi ma rende invalidi più rapidamente, e soprattutto è mortale decisamente molto, molto più velocemente. Del tipo, su centotrenta casi accertati son già morte ventitrè persone, di solito entro i quattro mesi da quando insorge la malattia).
Che sia per questo che fanno firmare una liberatoria, per continuare a farti le flebo (una al mese) se superi un anno, e poi i due anni di trattamento, signora giornalista?
Rimane il fatto che il farmaco in questione ha molti effetti positivi e gran parte dei malati di Sclerosi Multipla sottoposti al trattamento ne traggono effettivo miglioramento: è fuor di dubbio, ma una giornalista dovrebbe quanto meno DOCUMENTARSI e VERIFICARE, prima di pubblicare un pezzo, su cosa siano i numeri e le percentuali che sta sparando, se è vero e perché "solo il 9% dei malati riceve con farmaci innovativi" e soprattutto, soprattutto, soprattutto evitare il sensazionalismo gratuito
Leggere quel "cura" nel titolo e nell'articolo è come masticare sabbia sotto i denti.

5 commenti:

  1. l'avevo letto anch'io...
    ciao lohana, come stai?
    leucosia

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  2. Ciao fanciulla!
    Pian piano miglioro...

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  3. Purtroppo in Italia si diventa giornalisti troppo facilmente e senza aver studiato cosa sia il giornalismo. Ci vorrebbe almeno un esame di etica prima di rilasciare il tesserino di pubblicista.

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  4. Oltre all'esame di etica servirebbe anche un certificato di "messa a norma" dei processi cognitivi, in modo da non sentirli sparare cazzate tipo questa eheheh (tema decisamente più leggero) http://sparsaanimefragmentarecolligam.blogspot.com/2011/02/quando-le-dita-prudono-sulla-tastiera.html

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