lunedì 21 febbraio 2011

Quando le dita prudono sulla tastiera...


In risposta al signor Vacalebre del Mattino di Napoli, purtroppo solo da qui:

Non è certo da rivolgere al cantante in questione la domanda "perchè non hanno fatto cambiare il testo" ma a chi sovrintente l'applicazione del regolamento: se hanno letto il testo e l'hanno approvato, non è certo perchè parole come Red Bull, iPhone, Suzuki, Gazzetta e Billabong si sono "confuse con il dialetto comasco" ma piuttosto perchè, dallo stesso REGOLAMENTO che lei cita

"Tutte le canzoni non dovranno contenere elementi: osceni, pornografici o pedopornografici, ingiuriosi, diffamatori o comunque offensivi dell'onore, decoro, reputazione, dignità ed immagine di qualsiasi soggetto o in contrasto con gli interessi materiali e/o morali dello stesso;
discriminatori in ragione di età, sesso, orientamento sessuale, condizioni personali e sociali, razza, lingua, nazionalità, opinioni politiche e sindacali, credenze religiose e di quant'altro;
che incitino alla violenza o all'odio, comunque motivati;
che possano in qualsivoglia modo ledere, turbare o minacciare la personalità psico-fisica e/o morale dei minori; in particolare i contenuti dovranno rispettare le disposizioni di cui al Codice di autoregolamentazione tv e minori;
di pubblicità, sia essa diretta, indiretta e/o subliminale o in genere di natura promozionale o comunque a scopo commerciale;
che si pongano comunque in violazione o elusione della legge o lesivi di diritti, anche di terzi. "

Il regolamento di quest'anno non vieta di nominare i marchi dei prodotti e questo non è considerato pubblicità di natura promozionale o a scopo commerciale: nel brano non si dice "bevete Red Bull" - diretta - né "qualcuno sta leggendo la Gazzetta" - indiretta - né si elogia la comodità delle mutande Billabong o la velocità delle moto Suzuki - subliminale -

Quanto poi al dire "non mi sono accorto che non era dialetto..." da parte di un giornalista è proprio una topica: i testi dei brani in gara sono di pubblico dominio già una settimana prima del Festival, pubblicati anche su giornali a tiratura nazionale. Se il giornalista in questione dovrà fare l'inviato a Sanremo potrebbe almeno dare un'occhiata e pur non sapendo il dialetto in questione con un po' d'intuito sarebbe potuto arrivare a capire che


  • una tuletta de Red Bull = una lattina di Red Bull
  • g'ha el Suzuki anca Tremal Naik = ha il Suzuki anche Tremal Naik
  • Sandokan in soe la spiaggia cui müdand della Billabong = Sandokan sulla spiaggia con le mutande della Billabong
  • i Dayaki cun scià la Gazzetta = i Dayaki con qua la Gazzetta (ammetto che "scià" sia ostica)
  • fan più danni con l'iPhone = fanno più danni con l'iPhone (invariata, praticamente, ed è proprio la frase che ha citato insieme a Red Bull).



Se anche avesse trovato difficoltà eccessive nell'arrivare a tali conclusioni, una semplice ricerca in Rete avrebbe portato immediatamente alla traduzione del testo non solo in italiano ma in più di quindici dialetti, compreso il suo, quasi uno per ogni regione d'Italia dal nord al sud "isole comprese" come diceva un vecchio spot.

Episodi come questo mi fanno pensare che raramente "professionista" vada di pari passo con "professionale".


Lohana Sartori

P.S.

Poi, vabbè... c'è anche la cara Marinella Venegoni de La Stampa, che, nei botta e risposta dei commenti (avviso: sono tanti) ad un suo articolo, invece che rispondere alle domande che i lettori le pongono dimostra quanto sia proporzionale la ristrettezza di vedute alla povertà di pensiero.


4 commenti:

  1. ma i marchi non erano in dialetto, non avrebbe nemmeno dovuto decifrarli :D !!!

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  2. Eh, Turista: lo sai tu, lo so io, lo sa tutt'Italia ma non lo sa il signor Vacalebre eheheh... non hai visto, nel video, che fa pure finta d'esserne convinto? ;o)

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  3. Ciao Randagia,
    randagiando in giro per la rete, ho scoperto il tuo blog, che mi è piaciuto e sul quale mi sono soffermato a curiosare...

    In merito ai giornalisti - ed in tema col dialetto - due grandi del passato "Cochi e Renato" dicevano: "Ul mesté di giurnal, l'è cüntà sü bal"...

    Riguardo alla professionalità, alla serietà, ma soprattutto alla sensibilità dei giornalisti, ti suggerisco di leggere "Dell'uomo trovato morto ad Orzinuovi e sulla bestialità dei giornalisti. Se questo è giornalismo..."

    Ripasserò a leggerti...

    Sü da cò!

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  4. Grazie, Mario: ho dato volentieri un'occhiata al link sul tuo blog ed ho sbirciato un po' in giro... ci rivedremo anche lì.

    P.S.
    Tasha e Sirio, i due meticci che presidiano il mio giardino, salutano Ugo. ;o)

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