giovedì 15 settembre 2011

Ogni promessa è debito (Ovvero "...e ssò soddisfazioni, signori!)

Avessi le balle, ora starei scrivendo questo post con mano sola perché me le starei scaramanticamente sfrucugliando.

Sabato prossimo, 17 settembre, ore 21:30, al Parco Teresio Olivelli di Tremezzo (CO) verrà rappresentato lo spettacolo teatrale Li Romani in Russia, di e con Simone Cristicchi (con la partecipazione del Coro Alpino Orobica).
In caso di maltempo, l'evento si terrà nel teatro comunale adiacente al parco.

Perché per me è una soddisfazione?
L'ho organizzato io.
Son nove anni che provo a far avere una serata al socio qui da queste parti, fin da quando suonava nei localini, ma ai tempi o non rientrava nel "target musicale" dei locali da musica dal vivo in cui giravo a far sentire i demo (leggasi "sentivano canzoni come "Prete" ed "Ombrelloni" e si sguagiavano) oppure, dopo il boom del 2005 o dopo il super-boom del 2007, mi scontravo sempre e comunque contro l'insormontabile muro del "sarebbe bellissimo, ci interessa tantissimo ma purtroppo non abbiamo fondi a sufficienza".
[N.D.R - Nota Della Randagia
Sì, lo so che ho rotto le balle con 'sta storia che son nove anni che ..., oh come son felice, oh come son contenta, oh ma che bello.
Me ne strafotto se ho rotto.
Perché sono felice. Sono contenta. Sono soddisfatta.
D'altronde, mi accontento con poco. E lo dico e lo ripeto fin quanto mi pare, con buona pace di chi si rompe le balle a sentirmelo dire :o)]

Questa volta, un po' per caparbietà e molto per una botta di culo, ce l'ho fatta: ad aprile invitai il presidente ANA della sezione di Como a vedere lo spettacolo al teatro Parenti di Milano, dove per la prima volta andava in scena con la partecipazione di un coro alpino. Conosco il C., presidente di sezione, perché lo era anche della sezione del mio paesello e "diretto superiore" di mio padre, alpino pure lui. Inoltre, essendo compaesani, mi ha vista crescere.
Sapevo che lo spettacolo gli sarebbe piaciuto, coro o non coro: Li Romani in Russia è pura magia teatrale: tu ascolti il monologo di Simone e ti ritrovi sulla pianura innevata a cinquanta sotto zero con i soldati, a patire freddo, fame e sete. Senti gli spilli della neve gelata sulla faccia, vedi i muli ed i carri armati... vedi i feriti in casa di mamma Juliana ed il pozzo avvelenato.
Odi, ed odii, il cecchino.
Gli è piaciuto, e parecchio.
Ed io mi son chiesta "vuoi che il presidente ANA di Como non conosca abbastanza gente da raccogliere i fondi per portare Li Romani... anche da noi?", scusa, eh? Che fàmo, C.?
Assolutamente da fare, partiamo subito con l'organizzazione.
Poi la botta di culo: il Comune di Tremezzo cerca il nome di spicco per il Festival dei Borghi più Belli d'Italia, due giorni di manifestazione: uno degli alpini dice ad un assessore che noi stiamo organizzando uno spettacolo di Cristicchi, l'assessore dice "fatelo da noi!".
 Bellissima location, finanziano la maggior parte delle spese: chi è lo stolto che rifiuta un'offerta del genere?

Quindi ora ci siamo, siamo proprio agli sgoccioli, l'unica incognita rimasta è data dal tempo: Giove Pluvio ce la manderà buona e ci lascerà fare tutto al Parco Olivelli o ci relegherà al piccolo teatro?
Ma sempre meglio un piccolo teatro che dover cancellare del tutto la rappresentazione...

Qualche riga sullo spettacolo:



Simone Cristicchi
in
Li Romani in Russia
Racconto di una Guerra a Millanta mila Miglia
Regia di
Alessandro Benvenuti



Li Romani in Russia è il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, per la regia di
Alessandro Benvenuti, che ha debuttato a Mosca il 31 ottobre 2010, nell'ambito di
SOLO, la rassegna internazionale del monologo che si è tenuta al Teatro Na Strastnom.
Tratto dall'omonimo poema in versi di Elia Marcelli, il monologo Li Romani in Russia
racconta l'orrore della guerra attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona,
come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni
Stern e Bedeschi.
Un teatro civile che si presenta nuovo soprattutto per la forma del testo, mediante
l'utilizzo di due elementi: la metrica dell'ottava classica (quella dei grandi poemi epici) e
il dialetto romanesco (la lingua del Belli) che rende la narrazione ancora più schietta e
veritiera. Il risultato è un affresco epico che non omette particolari crudi e rimossi dalla
storia ufficiale (il luogo comune degli italiani brava gente), e che diviene quanto mai
attuale in un'epoca di bombe intelligenti e guerre umanitarie.
Simone Cristicchi, attore naturale e credibile, interpreta una nutrita galleria di grotteschi
personaggi, raccontando con passione e coinvolgimento questa tragica epopea, in un
monologo corale in cui trovano spazio anche momenti ironici e divertenti. Il disegno
luci elegante ed evocativo, e la regia impeccabile di Alessandro Benvenuti, rendono
questo spettacolo unico nel suo genere: emozionante, divertente, drammatico.


LA TRAMA
Lo spettacolo narra le disavventure di Giggi, Mimmo, Peppe, Nino, Nicola, Remo: un
gruppo di giovanissimi soldati della Divisione Torino, spediti a morire da Mussolini
nella famigerata campagna di Russia (1941-1943), l'episodio più drammatico vissuto
dall'esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Dopo la partenza dalla caserma
della Cecchignola, tra le false promesse sull'esito positivo delle operazioni, i treni del
regime portano via una generazione sorridente, giovane, sicura di tornare, perché la
propaganda fascista inganna sulla realtà della spedizione. E la passeggiata si trasforma
presto in tragedia: armi, abbigliamento e viveri insufficienti, inadeguati e ridicoli. Un
esercito di straccioni e sbandati a cui rimangono solo fame, freddo, paura e il sapore
della disfatta: partono 220.000 ragazzi; sulla strada del ritorno dalla Russia ne
resteranno circa 90.000. Elia Marcelli è tra i pochi reduci che riportano a casa il dolore,
la rabbia e il dovere di testimoniare la sua scomoda verità, raccontando passo passo la
spedizione: la retorica religiosa della guerra giusta, l'addio a Roma, il lungo viaggio a
piedi, i combattimenti, l'arrivo del Generale Inverno, il nemico; la solidarietà del popolo
russo e l'egoismo assoluto dei soldati che rende l'uomo simile alla bestia; il rispetto del
proprio dovere, la ritirata, la disfatta; la morte. Tra un capitolo e l'altro, ecco irrompere
la voce stentorea e fiera dei proclami trionfalistici, tipica dei bollettini della radio di
regime e simbolo di una disinformazione sulla quale anche all'epoca di fondava il
consenso delle masse. L'appassionante avventura questi ragazzi poco più che ventenni è
raccontata con uno stile cinematografico, rispettando in maniera assoluta la verità della
storia, alternando i registri stilistici, dal grottesco al lirico, dal narrativo al tragico,
mantenendo costantemente la narrazione sul livello d'una immediata leggibilità.

Regia: Alessandro Benvenuti
Adattamento teatrale: Prof. Marcello Teodonio
Musiche e sonorizzazioni: Gabriele Ortenzi/Areamag
Disegno luci: Danilo Facco
Datore luci: Stefano Iacovitti
Fonico: Michele Ranieri
Costumi: Sara Quattrini
Aiuto regia: Chiara Grazzini
Produzione: Big Fish S.r.l. - Divisione Teatro
Info & booking : Dario Guglielmetti
Big Fish S.r.l.
(+039) 02.36709359 / mob. 340.2454627
dario@bigfishent.it
Ripa di Porta Ticinese 63/A | 20143 Milano | Italy
www.bigfishent.it


Il manifesto ufficiale, quello creato dagli alpini con lo sfondo di una cartolina dell'epoca ed il programma di sala:





Che dire, gente? Incrocio tutto l'incrociabile affinché vada tutto bene, ma già così son soddisfatta di bestia per tutto il lavoro che è stato fatto, l'organizzazione logistica e pratica (spostamenti, cena - solo gli elementi del coro son più di trenta persone: mettiamoci anche famiglie, accompagnatori etc.), scartoffie, giri di mail e tutti i piccoli problemini insulsi ma che se non risolti al volo ritardano il tutto e magari bloccano gli ingranaggi...
Vedi, socio? Ogni promessa è debito. 

4 commenti:

  1. http://scuolapasta.blogspot.com/2010/12/li-romani-in-russia.htmlo l'ho già visto, e ne ho scritto qui: http://scuolapasta.blogspot.com/2010/12/li-romani-in-russia.html

    per il resto...direi che se lo fa in un teatro è ancora meglio. occorre essere concentrati, tesi alle parole, in silenzio. questo è uno spettacolo importante, checcazzi.

    brava, per averlo portato qui, a mo' di cavallo di troia, in una rassegna un po' fighetta. così si fa...:-)

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  2. Lo so che l'hai visto... c'ero anch'io ;o)
    Forse ho ancora in memoria la foto che ho scattato a Giorgino col Socio.
    Ed il tuo post lo linkai, a suo tempo, a chi di dovere: s'è visto ;o)

    La rassegna fighetta è finita con il festivaljazzsinfonicomusicadacomodinosailcavolochefosse, questa è altra storia, e forse il "fighettume" parte dall'alto: ti dico solo che c'è stato da indottrinare parecchio nonostante conoscessero "il nome" e l'abbian fortemente voluto: fino a giovedì scorso, quando ho portato l'assessore (tanto per non fare nomi: l'ex manager dei Potage...) a Sirtori a vedere lo spettacolo, insisteva a dire "il concerto, ma sì, lui fa teatro-canzone alla Gaber..." a dispetto delle mie spiegazioni, dei link e del materiale inviato.
    Sì, "MMcZ", hai un'infarinatura della materia ma non ti sei preparato a fondo, diciamo...
    ;o)

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  3. Bellissimo spettacolo.
    Ma il socio è ben conscio dell'eterna gratitudine che ti deve, per questo ed altro?
    Salutamelo un po' sabato, và e mucha mierda per la serata.

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  4. Macarita, grazie d'esser passata ;o)
    Il socio è conscio, è conscio eheheh...
    Ricambia i saluti e dice che prima o poi bisogna fare una rimpatriata!

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