martedì 26 aprile 2011

Pasqua, Pasquetta e grazie al ca... (Parte 1)

Tanto per cambiare, ci son cascata ancora, nonostante quel che era successo l'ultima volta: ho ceduto alle pressioni dei miei genitori per "fare qualche giorno di vacanza in camper, tanto per portare il bambino al mare, che gli fa tanto bene...".
Come se fosse tisico, il piccolo torello, ma vabbè...
L'aria di mare fa bene a prescindere, è inculcato nella mente della loro generazione, pure nella mia.
Fin qui, ci sta.

Ci sta meno il fatto che la sottoscritta non regga troppi chilometri in auto, figurarsi con il "Lumacone" (preventivamente riverniciato dall'amorevole nonno e decorato dalla sottoscritta con chioccioline lumacheggianti qui e là), tra vibrazioni e sobbalzi che mettono a dura prova la mia gamba cionca. Ho già seri fastidi con un'ora di macchina sul Mercedes, figuriamoci ad andare fino a Savona con un CI che ha la cabina di un vecchio Ford Transit... alla fin fine, è pur sempre un vecchio camper degli anni '90, mica roba da buttar via ma nemmeno moderno, eh!

Provo a far capire che non ho nessuna intenzione di farmi il viaggio fino a Savona, né di stare tre giorni full contact con loro (sempre a punzecchiarsi e rimbeccarsi come due adolescenti incattiviti), né l'Agricolo manifesta la pur vaga intenzione di partire: detesta il camperismo, detesta muoversi di casa, detesta l'atmosfera da "bisogna andare per forza perché è Pasqua e di fanno le ferie".
Aggiungiamo mia madre che non perde occasione per rinfacciare a mio padre che "con tutti i camper belli che c'erano, allo stesso prezzo, tu sei andato a prendere questo scarcassone..." ed altre simili amenità.
Aggiungiamo che venerdì, alla partenza, avevo un simpaticissimo mal di gola con febbre annessa.
Aggiungiamo che venerdì notte ad Alessandria ha cominciato a piovere, ed ha smesso a Savona, ma domenica mattina... cominciamo ad avere un quadro di quella che è stata la nostra "vacanza".

Venerdì notte il primo segnale che sì, la mia era stata decisamente una scelta infausta: il Lumacone pensa bene di piantarci in asso a 200 mt dall'ingresso di un autogrill dove ci apprestavamo a fermarci per dormire.
Pesanti invettive contro il nonno-autista da parte di tutto l'equipaggio poiché tutto faceva supporre che il problema fosse la mancanza di gasolio (ci eravamo già fermati due volte: per far da mangiare e per preparare Rudy per la notte, e nonostante fosse in riserva "il pieno lo facciamo domattina prima di ripartire") ma nonostante le due taniche d'emergenza (che ha dovuto ACQUISTARE, prima di riempire, perché non aveva dietro nulla) e riversate nel serbatoio in posizione di discreto pericolo SENZA GIUBBINO CATARIFRANGENTE (perché s'è ricordato d'averlo solo dopo...) e SENZA TRIANGOLO ad avvisare i povericristi che sbucavano dalla curva nella corsia che entrava in autogrill e si trovavano un camper parato in mezzo alla strada con le quattro frecce, dopo tutto l'ambaradàn ancora non si partiva. Nel frattempo, si era scaricata la batteria. Quindi che fa, il provetto camperista? Si ricorda, per il secondo viaggio a piedi in autostrada fino all'autogrill, di indossare il giubbino catarifrangente e va a comprarsi una coppia di cavi per la batteria (non aveva manco quelli) così collega la batteria del motore a quella della cellula...
Ma ancora non si parte.
Meccanico in pensione, notare, non si accorge che c'è il tubo dell'aria o della pompa del gasolio checazzoeraoranonricordoemirifiutodiricordare quasi del tutto svitato, se n'è accorto L'Agricolo sceso a tenergli la torcia: aspirava troppa aria insieme al carburante e non si metteva in moto.
Vabbè. Stringi, avvita, fissa. Ripartiamo. Fai quei cazzo di 200 metri, fai il pieno e parcheggia per dormire. Sotto la pioggia.

Quando arriviamo al campeggio, a Savona, ancora piove. Mia madre ha avuto uno sprazzo di genio e propone di andare all'Acquario di Genova subito invece che aspettare lunedì, dato che "chissà che casino ci sarà a Pasquetta, e poi con questo tempo cosa facciamo qui in campeggio chiusi nel camper?".
Mamma, hai ragione. Mi vien da piangere all'idea di fare altri chilometri e di camminare/stare in piedi due ore ma sì, mi fa piacere portare mio figlio all'Acquario: so che gli piacerà un casino e se non mi ricordo male dall'ultima volta che ci son stata c'è pure una vasca con i "personaggi" di Alla Ricerca di Nemo... è uno dei suoi cartoni animati preferiti, diventerà matto!
Il secondo segnale, ormai conferma definitiva, che la mia scelta è stata drammaticamente fallace arriva all'uscita "Genova Ovest" dell'autostrada: "Non potete sbagliarvi", ha detto il proprietario del camping, "uscite a Genova Ovest e trovate subito le indicazioni per l'Acquario".
E noi usciamo a Genova Ovest, e cerchiamo le indicazioni. Le dobbiamo cercare per forza, dato che mio padre non ha voluto portarsi il navigatore satellitare (tanto al campeggio ci sapeva arrivare da solo).
"Dov'è l'Acquario, tu che ci sei stata?"
"Al Porto Antico, vicino alla Biosfera ed al Galeone dei pirati"
"Quindi devo andare al Porto?"
"No, devi seguire le indicazioni Acquario di Genova: là, gira a sinistra.... a sinistra... SINISTRA!
.......Papà, c'è un valido motivo per il quale tu sei andato a destra?"
"Perché mi hai detto che l'Acquario è al Porto".
"No, io ho detto che è al Porto Antico, e ti ho anche detto GIRA A SINISTRA, e c'era anche un cartello grande quanto quello che hai seguito, proprio a fianco di quello che hai seguito, che diceva ACQUARIO DI GENOVA,  con una FRECCIA A SINISTRA!"
"Senti, io devo guidare, non è che posso star qui a guardar per aria!!!"
"Ma anche sì, che dovresti, visto che i cartelli sono in alto!"

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