mercoledì 23 marzo 2011

Allarmismo, cattiva informazione e "oddio, moriremo tutti!!!"

Io, da grande, voglio essere come il Doctor House: cinica, bastarda quanto basta, dalla logica pronta ed inattaccabile e con un intuito geniale.
Di quel genio alla "Amici Miei": fantasia, intuizione, colpo d'occhio, decisione e velocità d'esecuzione.
Bada! Ho incluso la fantasia. Il mio essere spesso pratica e pragmatica non implica essere totalmente disillusa né escludere a priori qualunque cosa io non riesca a spiegarmi o a capire. Di qualunque cosa si tratti.
Un po' (anzi, parecchio) come Fox Mulder "I Want To Believe".
Per questo cerco sempre d'informarmi, di approfondire gli argomenti che mi interessano o mi incuriosiscono, senza fermarmi al primo articolo di giornale o alla sola notizia sentita in tv, ma vado a cercare qualcosa di più specifico sulla questione, magari (dove presenti) ascoltando "entrambe le campane" e soprattutto andando il più possibile alla fonte delle notizie.
Non mi basta leggere "Notizia Ansa: trovato un ippogrifo rosa in America Centrale" per crederci e dire "allora è vero che esistono gli ippogrifi e sono pure rosa": in che Stato è avvenuto il ritrovamento? L'hanno solo avvistato oppure è stato catturato? Ci sono fotografie? Sono visibili, in modo da poter verificare che non siano taroccate? La persona che ha annunciato il ritrovamento chi è? É affidabile? Perchè se da una rapida ricerca mi risulta che si tratta di qualcuno che, magari, da anni predica una psudoreligione basata sull'adorazione degli ippogrifi rosa, chiede sovvenzioni per erigere una statua di trenta metri in cima alla quale predicare la salvezza entro il 2012.... magari mi sorge il dubbio che sia una bufala, eh!
Non credo d'esser diventata una "cacciatrice di bufale", ma il mio quinto senso e mezzo spesso pizzica di fronte a certe cose e mi spinge ad approfondire: chiamiamola semplice curiosità, se vogliamo.
A volte, però, le minchiate sono talmente colossali da sbugiardarsi da sole, e non capisco davvero come la gente possa crederci. Eppure ci credono.
Se poi ci si mettono stampa e tv a presentare per vere cose che vere non sono, molte persone sono portate a prender tutto per oro colato...
Come l'attuale situazione del Giappone: abbiamo ricevuto notizie in cui domina il catastrofismo, leggiamo articoli da cui si trae un quadro preoccupante ed allarmista. Non parlo delle notizie di terremoto e tsunami di per loro, questi indubbiamente devastanti, ma di tutto il discorso seguente: notizie di "Tokio città in agonia" quando a Tokio le cose stanno ben diversamente, come documenta un italiano che vive e lavora in quella città.
"Fukushima e pericolo nucleare", altro argomento in cui l'allarmismo della stampa è lampante:
In noi è talmente radicato il ricordo e la paura di Černobyl' da far subito presa, ma bisognerebbe fare una differenza tra il disastro avvenuto allora, con il surriscaldamento del nocciolo e lo scoppio del reattore (non un'esplosione nucleare, ma una razione chimica che sviluppò gas tossici e liberò isotopi radioattivi), e quello che sta accadendo ora, perché non è la stessa cosa. Non c'è una "nube tossica" come quella del 1986, la radioattività è contenuta e la "nube" che viene paventata da molte testate giornalistiche nazionali e da molti siti web è spesso solo un'ipotesi, ma viene spacciata per reale (vuoi per mancanza di verifica delle fonti, vuoi per voluto sensazionalismo): qui e qui un paio di esempi in cui vengono smascherate delle finte "mappe del percorso" della nube.
Certo, non tutti sanno come funziona una centrale nucleare. Non sappiamo cosa succede esattamente quando capita un incidente del genere, e siamo portati a credere a quel che i giornali scrivono. Non sappiamo la differenza tra "fissione", "scissione" e "fusione" quando si parla di energia nucleare, e non siamo in grado di accorgerci che la maggior parte dei giornalisti usa questi termini a casaccio.
Perché fanno scena.
Perché fanno paura.
Fa paura pensare che "Giovedì arriva in Italia la nube radioattiva", ma chi rassicura le persone spiegando loro che la radioattività misurata a Fukushima "si perde per strada" e non arriverà da noi con la stessa intensità (già bassa in partenza)? Trovo articoli che strillano "contaminati i musicisti del Maggio Fiorentino" e "contaminati gli italiani di ritorno dal Giappone" senza però che si spieghi chiaramente che i valori "strani" ritrovati in alcuni di questi nostri connazionali sono assolutamente normali per chi ha appena fatto un volo intercontinentale, perché di radiazioni ne assorbiamo tutti i giorni dalle cose più impensate (avete letto bene, praticamente tutto tranne il cellulare)... allora il mio "quinto senso e mezzo" mi fa cercare in rete, anche tra i miei siti preferiti di "antibufalari", e mi fa ringraziare Medbunker, ché me lo spiega lui come funziona l'ambaradàn della radioattività.
Quindi, ricapitolando: prima di farci prendere dal panico stile "oddio, moriremo tutti!!!" dopo l'edizione del telegiornale o leggendo il quotidiano facciamo un giro in Rete. Mattia, Luca e Mamoru dal Giappone sono decisamente più affidabili dei giornalisti nostrani. E non solo nostrani: se un giapponese sta raccogliendo articoli e video che contengono falsità, allarmismi e quant'altro sulla situazione del suo Paese in un sito e l'ha chiamato  "Il Muro Della Vergogna" ci sarà un perché.

lunedì 14 marzo 2011

Come si suol dire: "non ci vuole una scienza..."

Fermo restando che "domandare è lecito, rispondere è cortesia": compatisco quelle persone che, in Internet, pongono domande "inutili" su forum, guestbook o bacheche di Facebook.
Definisco quel che intendo io per "domanda inutile": quella domanda scritta in un posto in cui non hai una risposta immediata da parte degli altri utenti più ferrati nel dato argomento (magari passano solo ore, magari passano giorni interi), quella domanda scritta in un posto che magari lì a lato o sopra, bene in vista, ha una sezione dedicata proprio a quello che stai chiedendo (esempio classico: andare nel sito di un cantante a caso, con in bella mostra un banner "pincopallo! il nuovo album! dal 20 dicembre!" e chiedere "quando esce il disco nuovo?") oppure quelle domande alle quali si può rispondere da soli con una banale ricerca in Rete.
Google is the way.
Non ti piace Google? Di motori di ricerca ce ne sono a iosa. Usali.
Hai sentito una canzone ma non sai il titolo, però ti ricordi tutto il ritornello. Magari sai anche chi la canta.
Cosa la chiedi a fare in giro? Cercala: una manciata di secondi e ti passa lo spavento.
Avevi letto un libro tanto tempo fa... parlava di questo e quell'altro... c'era un cavallo che si chiamava così e un tasso, e un nano.... non mi ricordo il titolo....
Metti quelle quattro cose che ricordi come chiavi di ricerca e poi smazzati i risultati, e vedi un po' se trovi qualcosa che ti fa suonare un campanello in testa, no?
Ma forse il problema è proprio "smazzarsi i risultati": se quel che si cerca non è tra i primi tre o quattro, allora passa la poesia, eh?
Non viene mica in mente di cambiare un po' le parole della chiave di ricerca...
Ora: io non son certo un'hacker. Mi comprai il primo computer nel '98 e ne ero totalmente digiuna: una ragazza della mia compagnia che ne era pratica mi insegnò i rudimenti e poi partii all'esplorazione di programmi, cartelle e "ma se vado a vedere qui, che cosa trovo?"
Ebbi la connessione ad Internet solo tre anni dopo, nel 2001: usavo il portale di Virgilio, seguivo tre o quattro siti fissi ed una chat (in mIRC) ma con una curiosità come la mia Internet è il Paese del Bengodi: viene in mente qualcosa, la si cerca. Prima o poi la si trova. Non è poi tanto difficile capire se e dove si sbaglia, quando non si trova qualcosa...
Però bisogna avere la voglia di cercare, 'ttana galera! Facile essere abituati alla "pappa pronta", alla pigrizia da "google alert" che ti riporta le news dell'argomento selezionato direttamente sulla tua casella di posta, a sentirsi debitamente informati perchè magari hai fatto un giro sulla home page di un tg online o sei passato sul sito della testata giornalistica preferita!
Se poi ti vien la curiosità di sapere se la persona che vive in giappone ed ha scritto in un determinato posto otto/nove anni fa sta bene, ma non hai la mail per contattarla, dato che sei in grado di linkare un articolo che riporta nome della città e di ben due luoghi di lavoro di questa persona invece di chiedere "qualcuno sa qualcosa?" potresti anche essere in grado di cercare se quei posti (una radio cittadina ed un pub) hanno un sito web... Magari, sai, la curiosità di vedere dove sono posizionati in quella città, così vicina all'epicentro del terremoto... un giro con google maps, "trova + il nome della radio/il nome del locale"...
Magari scopriresti che il sito della radio non esiste più, ma scopriresti che nel sito del locale c'è anche un blog. Aggiornato al giorno 13-03-2011.
Sì, quella persona sta bene.